L’apparenza inganna

A volte le persone si costruiscono dei muri, non tanto per tenere fuori gli altri, ma per vedere a chi importa abbastanza da abbatterli.
Banana Yoshimoto

L’apparenza inganna, come uno specchio deformante che mostra un’immagine che sembra vera, ma in realtà non lo è. che sembra vera, ma in realtà non lo è.

Racconta una storia di te, che imprigiona la tua vera essenza in un bozzolo appiccicoso in cui manca l’aria da respirare a pieni polmoni.

Dà vita a etichette con scritte parole che sembrano descriverti.

In realtà ti imprigionano.

Perchè si sa: la prima impressione è quella che conta e si forma in pochi istanti, mentre per distruggerla possono volerci anni e tanta fatica.

L’apparenza é un avversario potente e menzognero che nasconde dietro di sè ben altra realtà; una prigione nella quale finiamo reclusi non soltanto per mano degli altri, ma alla quale finiamo per credere noi stessi, che poi è come buttare via la chiave che serve per aprire la porta della prigione!

Un burbero, dai modi indisponenti crea attorno a sè uno scudo apparentemente protettivo, ma anche segregante, che col tempo lo rende sempre più irraggiungibile o, ancor peggio, indesiderabile.

Uno scudo che non lascia passare il suo grido di aiuto, che parla di bisogno di essere ascoltato, compreso, amato. Bisogno di speranza, fiducia e rispetto, un bisogno violentato e tradito, che con il tempo si è irrigidito ed indurito sino a diventare corazza.

Dentro però, il grido è rimasto, in attesa che un’impossibile eroe o eroina abbia il coraggio, il desiderio e l’amore necessari per abbattere il muro corazzato, tagliare tutti i rovi e uccidere tutti i mostri per salvarlo.

L’apparenza inganna anche nelle fiabe

Non è forse questo il senso della fiaba della bella addormentata nel bosco? Il sonno che colpisce tutto il regno corrisponde al velo dell’apparenza che cristallizza ogni cosa impedendone il vero movimento.

La principessa addormentata é la nostra essenza più vera e pura, che giace priva di sensi e di vitalità.

Il principe rappresenta il coraggio e la saggezza di andare oltre alle apparenze, a qualunque costo.

I rovi e i mostri sono i nostri pregiudizi, la faciloneria con cui giudichiamo noi stessi o gli altri, emettendo la condanna di un giudizio, senza possibilità di appello.

Ciò che salva dal pericoloso velo dell’apparenza è la decisione di sospendere ogni giudizio.

Cercare di comprendere il mondo dell’altro per scoprire cosa, ad un certo punto della sua vita, lo ha costretto a doversi mostrare come in realtà non era.

Fare garbate domande perché sia l’altro a raccontare come stanno realmente le cose, senza che debba essere io a decidere come penso che siano.

Offrire ascolto autentico, comprensione e accettare di mettersi dalla parte dell’altro per condividerne la prospettiva.

L’intento non è quello di farla diventare mia, ma per condividere per un attimo ciò che si vede da lì e comprenderne i motivi.

In poche parole scambiare umanità vera, quella sana, in cui c’è spazio per le storie di tutti e soprattutto senza nessun velo di apparenza.

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